giovedì 28 gennaio 2010

... 44 anni fa la tragedia di Brema (tratto da: "La Stampa.it"

Il nuoto azzurro ricorda:
44 anni fa la tragedia di Brema
La stele per i caduti di Brema inaugurata ai Mondiali del 2009
L'aereo della nazionale si schiantò
in Germania cancellando un'intera
generazione per una beffa del destino
GIORGIO VIBERTI
TORINO
Gli ori olimpici di Domenico Fioravanti e Massimiliano Rosolino e i più recenti exploit internazionali di Filippo Magnini e Federica Pellegrini hanno proiettato ormai il nuoto azzurro nell'élite mondiale. Ma forse non tutti sanno che già oltre 40 anni fa la Nazionale italiana era una delle migliori in Europa e avrebbe probabilmente raggiunto ben prima i vertici assoluti se non fosse stata stroncata dal più grave lutto che abbia mai colpito il nostro sport insieme con la tragedia del Grande Torino a Superga. Era il 28 gennaio 1966, esattamente 44 anni fa, quando all’aeroporto di Brema si schiantò in fase di atterraggio l'aereo Lufthansa che trasportava, fra le 46 persone abordo, anche gran parte della nostra Nazionale di nuoto. Non ci furono superstiti e fra i deceduti c'erano anche 7 fra i migliori nuotatori azzurri con il loro tecnico Paolo Costoli e il telecronista Nico Sapio della Rai. Una tragedia umana e sportiva dalla quale il nostro nuoto non si sarebbe risollevato se non dopo molti anni. Una terribile beffa del destino in una trasferta che pareva ormai sul punto di essere annullata, un aereo che non avrebbe mai dovuto ospitare la comitiva azzurra, una serie di concomitanze incredibili, dettate da una tragica sorte avversa.

Curiosamente da quella spedizioni in Germania rimasero esclusi - per loro fortuna - Daniela Beneck e Pietro Boscaini, due tra i più forti nuotatori italiani di sempre, e anche Elisabetta Noventa, per la quale fu provvidenziale un improrogabile esame universitario. Il ritrovo della Nazionale azzurra era stato fissato a Milano Linate, ma l’aeroporto in quella mattina del 28 gennaio era avvolto dalla nebbia. Niente da fare, non si parte. Lo staff azzurro fu sul punto di rinunciare al viaggio in Germania, considerato che l'alternativa del treno sarebbe stata troppo lunga e stancante. In extremis invece si trovò un ripiego, favorito dalla visibilità che intanto era tornata accettabile sullo scalo milanese: aereo della Swissair per Zurigo, poi di lì nuovo volo verso Francoforte. Arrivati in ritardo allo scalo tedesco, gli azzurri persero però la coincidenza per Brema e dovettero cercare posto su un aereo successivo: il volo che avrebbero dovuto prendere arrivò regolarmente a destinazione, l'aereo che invece ospitò la nostra Nazionale si schiantò in fase di atterraggio sulla pista di Brema, sotto un nubifragio. La notizia non si diffuse immediatamente: allora non c'erano internet, cellulari o tv via cavo. Ma poi le tragiche frammentarie notizie cominciarono ad arrivare anche in Italia: erano tutti morti. Fra loro c'erano Bruno Bianchi, nato a Trieste il 26 settembre 1943, stileliberista, capitano della Nazionale, 16 volte primatista italiano; Amedeo Chimisso, nato a Venezia il 26 ottobre 1946, dorsista, primatista dei 200 misti; Sergio De Gregorio, nato a Roma il 24 febbraio 1946, stileliberista e delfinista, 5 titoli italiani assoluti, pluriprimatista nazionale; Carmen Longo, nata a Bologna il 16 agosto 1947, ranista e mistista, primatista e campionessa italiana; Luciana Massenzi, nata a Roma il 22 novembre 1945, stileliberista e dorsista, 4 titoli assoluti, primatista dei 100 dorso; Chiaffredo "Dino" Rora, nato a Torino il 5 marzo 1945, dorsista e stileliberista, uno dei 4 nuotatori italiani ad aver detenuto fino ad allora un record europeo, nei 100 dorso; Daniela Samuele, nata a Genova l'11 settembre 1948, mistista e delfinista. Nonostante la terribile tragedia, le gare del meeting di Brema si disputarono ugualmente e sui blocchi di partenza che avrebbero dovuto occupare gli azzurri gli organizzatori posero dei mazzi di fiori, l'ultimo macabro omaggio ai nostri nuotatori scomparsi.

fonte:  "La Stampa.it"

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